domenica 12 marzo 2017

Ecco perché dovete vedere Logan



Ieri sera ho visto Logan, l’ultimo capitolo della saga degli X-Men con il quale Jackman avrebbe dato il suo definitivo addio al personaggio di Wolverine. Non l’ho trovato assolutamente un bel film, in realtà è un capolavoro.

E non solo per Logan, anche Xavier in versione “vecchio rincoglionito” riesce a dare il meglio di sé. Sia nei dialoghi, in cui il sarcasmo assume livelli decisamente piu’ alti di quella ridanciana e sempliciotta comicità a cui il cinema Marvel ci ha abituato, sia nel dramma esistenziale messo in atto dal personaggio. In cui vengono fuori aspetti prima ignoti delle azioni del professor X, gli istinti anche egoistici che hanno guidato una vita apparentemente simile a quella di un santo. Meno scenografici, ma di grande impatto, anche i combattimenti, principalmente quelli che vedono come protagonisti Wolverine insieme alla piccola X23. Le loro combo sono straordinarie, insieme sviluppano un tornado di salti, artigliate e sangue da far brillare gli occhi a un qualsiasi appassionato di cinema di genere.
ATTENZIONE DA QUI SPOILER

Ma il film parla principalmente del senso della vita e della sua fine, infondo troviamo tra i protagonisti un nonno (Xavier), un padre (Wolverine) e una figlia (X23).  Si capisce che la scuola del professor X altro non era che il tentativo del mutante di avere una famiglia, un senso della vita trovato nel rapporto con gli altri.
Un senso che alla fine Logan trova nel rapporto con la bambina che scopre essere sua figlia. Dopo tante donne amate che gli sono morte tra le braccia una, sua figlia, per la prima volta gli sopravvive. In punto di morte quindi egli, per la prima volta nella sua lunga vita, è felice.

Una vera chicca è l'apparizione del fumetto degli X-Men, nel film ispirato ad eventi reali, e addirittura di un'action figure di Wolverine. Cose che eravamo abituati a vedere solo nelle storie di Deadpool. Forse qui però assumono un significato diverso. Mi sembra che in questo contesto diano al film la possibilità di dire agli spettatori della Marvel quello che i lettori di fumetti già sanno da tempo. E cioè che la narrativa supereroistica non si limita a mettere in scena gente dotata di strambi poteri che fa a cazzotti. Certo detto questo bisogna comunque ammettere che non stiamo parlando di un film perfetto. Soprattutto per quanto riguarda il ruolo del cattivo, in cui viene riproposto il solito scienziato pazzo che fa esperimenti genetici sui mutanti. Non si può avere tutto, ma si può avere molto e Logan ci dà molto.

Ecco perché dovete vedere Lo chiamavano Jeeg Robot

Prendete la trdizione supereroistica americana, il meglio dei manga giapponesi (dai Robot di Go Nagai a Durarara), un bel po’ di cinema di genere italiano (serie tv comprese), mescolate tutto e avrete Lo chiamavano Jeeg Robot.
Ero entrato al cinema convinto di vedere un bel filmetto divertente, uno Spaghetti Comics tutto da ridere. Ma il nuovo film di Gabriele Mainetti è tutt’altro.

La pellicola descrive una Roma in preda al caos. Nuove organizzazioni criminali, spinte dalla voglia di uscire dalle periferie, si dimostrano piu’ spietate e pericolose delle precedenti. Ma la figura di un eroe che veglia sulla citta’ restituisce a tanta gente la speranza che aveva perso.
E l’eroe può essere chiunque, anche uno come Enzo. Uno dei tanti ex giovinastri che bighellona per Tor Bella Monaca, senza né arte né parte. Nonostante sia cresciuto in un ambiente in cui ‘’mors tua vita mea’’ era l’unica ideologia dominante, Enzo ad un certo punto capisce che salvare se stessi in realtà vuol dire salvare gli altri, cosi’ come amare se stessi in realtà significa amare gli altri.

L’eroismo, nel film, nasce dall’empatia col prossimo, dalla scoperta dell’innocenza e della tenerezza, dalla condivisione della propria sofferenza e della sofferenza altrui. In poche parole lo spiritito eroico nasce dall’esperienza che i grandi saggi chiamano amore agapico (universale), dall’ ”ama il prossimo tuo come te stesso”.
L’eroe non si ritrova a combattere invasioni aliene o singoli pazzi scatenati, ma il vero male che attanaglia i nostri tempi: la solitudine, l’indifferenza, l’egoismo, il degrado umano che in prima istanza si trovano dentro di lui.